Villa Savoye, Le Corbusier
«Villa Savoye è un prisma stereometrico organizzato, in
apparenza pedissequamente, sui cinque punti. […] Le Corbusier vi propone un concetto
nuovo: quello della doppia altezza […]. La casa è dunque su due piani, ma il
secondo livello non si sovrappone completamente al primo determinando una
doppia altezza, che è da una parte “un serbatoio d’aria”, ma è soprattutto un
motore di soluzioni spaziali […]. Le Corbusier mette in campo altre due tensioni:
la prima consiste nell’ampio ricorso a superfici curve […] in contrasto con la
linearità cubica dell’involucro. […] Il secondo elemento di novità è che al
sistema di spazi sovrapposti […] risponde inventando una Promenade architecturale
che investe
dinamicamente l’intero edificio.»
(A. Saggio, "Architettura e Modernità, dal Bauhaus alla rivoluzione informatica, pp. 49-51)
La casa sulla cascata, F. L. Wright
«La prima scelta di Fallingwater è proprio il rifiuto della
griglia. Troppo forte il senso spaziale, l’idea di slancio nello spazio, per
poter in alcun modo essere “reticolata”. [,…] ecco allora che Wright annulla l’abituale
reticolo che aveva segnato molto di quanto fatto si allora e traccia ogni tre
metri una linea ortogonale alla roccia e al flusso del ruscello ed una linea
rossa ad essa ortogonale. Si formano cinque campate o baie nella direzione
nord-sud e una in direzione est-ovest […]. Alle baie si oppone un secondo
sistema, quello spiraliforme che con scalettamenti successivi aggrappa la casa
alle rocce e definisce una corteccia verso sud.»
(A. Saggio, "Architettura e Modernità, dal Bauhaus alla rivoluzione informatica, p.144)
Museo ebraico di Berlino, D. Libeskind
«In questa occasione l’architetto concepisce lo schema di
folle e assoluta novità. Il museo si trasforma in una linea spezzata e obliqua
sul suolo [...]. L’edificio parte dalla sede del museo preesistente e quindi si
muove zigzagando sul terreno. A questa freccia si sovrappone un’altra figura
rettilinea che la incrocia in più punti e la mette in ulteriore tensione. Gli
spazi in terni procedono linearmente, ma gli incroci labirinticamente si prono
a nuove possibilità, a nuovi difficili bivi.»
(A. Saggio, "Architettura e Modernità, dal Bauhaus alla rivoluzione informatica, p. 348)
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